<!– Tassonomia predatoria –>

L’universo femminile si può esplorare, classificare, suddividere e
vagliare in infiniti modi. Belle/brutte, bionde/brune, alte/basse,
porche/sante, magre/ciccione, colte/leghiste, acute/ottuse, coscialunga/culobasso, glabre/scimmiesche, e così via catalogando.

Una delle distinzioni più utili è di natura squisitamente pratica e
fa riferimento alla femminea disponibilità, apparente e reale. Da questo
punto di vista, i tipi fondamentali di donna sono quattro.

  1. La donna facile che sembra facile. Lei è evidente che non richiede
    lavoro inusitato: ottima per un giorno di pioggia (o per anni interi,
    secondo i gusti e la fantasia). Sono persone preziose, che rendono il
    genere umano migliore di quel che sarebbe senza di loro. Da tutti noi
    equilibristi, un grazie di cuore. (Shi, shi, grazzie!) (Zitto,
    Juanì, e statt’accorto all’ortografia.)

  2. La donna difficile che sembra facile. Queste sono le peggiori di
    tutte, perché perdi tempo prezioso che potresti dedicare a persone più
    meritevoli. Andrebbero infibulate e tenute così per qualche mese, e
    infine giustiziate in modo estremamente inusuale, crudele e doloroso.
    Doloroso soltanto per loro, è ovvio: chi soffre per una spregevole allumeuse? (Io certo no! Cattive, cattive,
    attizzacazzi! Brutte, oh, brutte!)
    (Parli come una fogna! Si dice
    “allumeuse”, quante volte te lo devo dire?)

  3. La donna facile che sembra difficile. Categoria interessante perché fonte di dolcissime e felici sorprese. Forse sono le migliori. Si
    prestano a rapporti di durata medio-lunga per chi ha simili morbose
    inclinazioni, magari non disgiunte da una punta di sana gelosia: infatti
    gli altri uomini, sospettando erroneamente una preda quasi
    inafferrabile, spesso desistono e mollano l’osso. (Ghe ghe, ma mi
    fanno aspettare molto? Brutto brutto aspettare, non voglio, no.)
    (Ué
    scemo, sembra che devi aspettare, ma subito si risolve. E mo’ ‘a
    vuo’ finì ‘e da’ fastidio?)

  4. La donna difficile che sembra difficile. Spesso bruttissima,
    arida e inzitellita già ben prima dei 30. Non è esattamente il mio tipo,
    ma merita un minimo di rispetto perché almeno è onesta. (Donna
    onesta? E che significa? Nommi piace, nommi piace.)
    (Ma te vuo’ sta’
    zitto? Eccheccazz…) (Dici a me, “eccheccazz”? Chi altri se non io?
    Nè, ma quanti ne tieni?)
    (pfff… 😐)