Archives for category: donne che soffrono

<!– Le radiazioni nel cervello –>


<IMG
SRC="http://img846.imageshack.us/img846/376/xsjapanmar2011supermark.jpg&quot;
ALT="Supermercato giapponese, marzo 2011"

Ho da fare, ma non posso rifiutare di ascoltare
Youko
su MSN. Youko è una donna ormai matura, d’intelligenza straordinaria ma con lo
sviluppo emotivo di un’adolescente. Ha tanta paura. Lei abita a Tokyo ma suo
padre, morto l’anno scorso, era di Fukushima. Lei manda soldi a Fukushima per i
bambini senza casa, come se fossero i suoi figli. Mi manda foto del suo nuovo
gattino. Lo nutre la vicina che diceva di odiare i gatti. In tutto il Giappone
si propaga un’onda di incredulità e solidarietà.

Mi manda foto fatte al supermercato. La roba da comprare a Tokyo c’è, ma ci
sono cartelli scritti a mano “non più di due litri d’acqua a famiglia; grazie
per la collaborazione”. Il problema è che a Tokyo non c’è acqua potabile – al
supermercato è razionata, e quella nel rubinetto contiene 131I (iodio
radiottivo) oltre ai trialometani cancerogeni di sempre.

Ce l’ha con il suo governo. Dice che “石原はBerlusconiよりばか” – Ishihara (il loro primo ministro) è
più stronzo del signor B.; forse le sostanze radioattive gli sono arrivate fino
alla testa e gli si è fuso il nocciolo del cervello (放射性物質が頭まで入っちゃってmeltdownなの). Replico che più stronzo di
Mr. B. è impossibile, ma forse siamo quasi sugli stessi livelli. Youko ha appena
scoperto che il governo può mentire e lo fa. Non ci aveva mai pensato. Le giunge
come uno shock.

Piange per i moderni martiri che eroicamente si sono sacrificati per
raffreddare i reattori. Alcuni disfattisti dicono che è la fine del Giappone
orientale. Non vuole crederci, ma ha paura di morire.

Le dico che non morirà, non ancora.

Vorrei tanto abbracciare questa donna che non ho mai visto.


Youko:

Youko – frustrazione alla giapponese

Nun’è peccato, con rispetto parlando

Amiche in crisi

Pietre salvavita

<!– I cazzi propri e il naso rotto –>


Pacifica manifestante picchiata a sangue dalla polizia

Lo sapevo che andava a finire a schifío.
Gli episodi di violenza su civili che stanno succedendo sul versante sud-est del Vesuvio si potevano
prevedere. Sommando un governo ottuso e prevaricatore con una popolazione che
difende
il proprio territorio
, il risultato è sempre quello:
sangue
e ossa rotte
.

Il governo del fare. Del fare i cazzi propri sulla pelle di tutti.

<!– La suina inconsolabile e il sottaniere innamorato –>

Un’amica un po’ porca, con la quale però non ho (ancora) mai avuto rapporti
approfonditi, si confida con me. Il suo ultimo tipo le ha messo, come si dice a
Napoli, più corna di una sporta di maruzze. La faccenda è andata avanti
per un bel pezzo senza che la tapina se n’accorgesse. Quando la testa le è diventata
troppo pesante per continuare a ignorare la realtà, a chi si
rivolge la cervosuina per un lungo e articolato sfogo su quanto sono porci gli uomini?
Ovviamente, a Juan. Ma cos’ha nel cervello: segatura? E poi, bella mia, ti
vieni a lagnare proprio con uno che non ti sei mai trombato? Forse però a
questo si può rimediare. Vieni qui, che ti consolo. Ti consolo io.

Mentre ascolto le sue (suine?) lamentele oscillanti fra il piagnucoloso e il
furente, mi sento un novello Orazio alle prese con un seccatore contemporaneo ma
dotato di tette. E mo’ falla finita! Est modus in rebus (et in sciaradis, et in
aliis enigmaticis ludis), vorrei dirle dopo il primo quarto d’ora, tanto per
continuare a rubare da Orazio.

Invece no; mi sorbisco tutto, rintuzzando però di tanto in tanto la
cinghialotta dal cuore infranto. In particolare, so che la mia amica non ha
sempre mantenuto un comportamento ineccepibile: il fedifrago è stato più volte
ricambiato pan per focaccia – anche se magari senza arrivare a pareggiare il
conto. In altre parole: una sacca piena di lumachine di mare (migliaia di corna)
contro un gruppo multifamiliare di gnu (decine).

“Sì, magari avrò sbagliato anch’io… chi è che non commette mai un errore?”
singhiozza lei. “Io, ecco, sì, beh, qualche volta ho avuto una scappatella, ma
era una cosa occasionale! Quello stronzo invece viveva per le donne! Che
porco! Lui non mi ha mai amato!

“Ti sbagli, mia cara. Uno che, come dici tu, vive per le donne s’innamora
sempre
. Però le donne questo non possono capirlo.”

La prossima volta, o si fa consolare a modo mio o la mando a quel paese.

<!– La cantante addolorata –>

Ancora Anna, la cantante che soffre pene d’amore perché si trova senza pene e
senz’amore. [Puntate precedenti qui e qui.]

<!– Gnocca allo scoglio –>


P. quest'estate
L’estate di P.

P. è carina, inibita, falsamente insicura (molte volte vuole solo essere rassicurata).
Ha pubblicato una propria foto e l’ha eletta a emblema dell’estate in corso. Com’è
stata quest’estate (quella dell’amica) secondo me?

(yumm, molto commestibilissima)

(Risponde per primo chi non è interpellato. Siamo alle solite.)

Questa persona un po’ la conosco. In più, se a qualcuno (me compreso) fosse
sfuggito qualche dettaglio sulla sua situazione sentimentale, potrà trovarlo
nell’approfondito post di ricapitolazione pre-estiva che la persona in questione
s’è premurata di compilare. Però il blog di P. è solo per invitati, quindi evito
di fornire un link. Chi sa, sa; chi non sa, rimarrà all’oscuro.

Secondo me questa è la foto di un’estate che è andata molto bene. Non
dev’esser stata niente male, slurp. Inoltre quest’amica non si è mai affacciata
online per lamentarsi; si vede che non ne ha avuto il tempo. ;-P

Il mio consiglio a P.: Ancora gioghi sul tuo collo?
Che palle… Tu sei TUA! Sii più assertiva! MUU!! In 4-parole-4, SMTD: scrivi
meno, tromba dippiù.

(scusatamillo, signò, chillo è ‘nu cafone. io cioè, qualsi cosa, a
esposizzione…)

(Juanì, ma lo sai che sei proprio untuoso quando fai così? Sembri il napoletano
imbroglione dei film.)

<!– Confessioni post concerto (2) –>

Il problema di
Anna
è che si è invaghita di un collega. A peggiorare le cose, si è fatta
scopare quasi immediatamente dopo essersi invaghita, ha gradito il trattamento
ed ora agogna ulteriori dosi di su-e-giù.

Purtroppo il collega si è presto rivolto ad altri lidi che, diciamocelo, sono
anche più appetitosi (perlomeno hanno il fattore novità). E Anna soffre. E io
devo soffrire con lei, perché lei non ce l’ha un’amica con cui sfogarsi,
confidarsi e consigliarsi. Con Vittorio (il suo ragazzo) ovviamente deve
tacere. Eppure la povera Anna, che soffre tanto, dovrà pur dirlo a
qualcuno!

Le ho illustrato la mia regola per quanto
riguarda le colleghe: non si toccano. Questo, ho spiegato, garantisce una
vita lavorativa più o meno serena – magari a costo di qualche scopata, ma non si
può mica avere tutto. Ti pare?

Anna ascoltava rapita. Dopo aver digerito il mio discorso, ha incominciato a
dire di quanto sono bravo, e le mie parole l’hanno aiutata tantissimo, e che
bello avermi come amico eccetera. È a questo punto che mi è saltato in mente di
chiederle un pompino come segno tangibile di gratitudine.

Però, trattandosi appunto di una collega, non glie l’ho chiesto (anche per
mantenere un minimo di coerenza formale fra parola ed azione). Errore! Se avessi
formulato la proposta indecente, almeno avrei ottenuto il risultato non
trascurabile di farla tacere – che si fosse messa al lavoro sul segno tangibile
di gratitudine o no.

Per farla breve, non contenta di avermi triturato le palle per mezz’ora con
le sue pene d’amore, Anna ha attaccato con una coda di un quarto d’ora sul tema
“apologia di juanriccio dettata dalla gratitudine”.

E che persona eccezionale che sono! E a parte le mie qualità musicali, che
amico sincero a cui rivolgersi in momenti di crisi! E che persona saggia! Come
ne capisco di questioni di cuore!

(questione ‘e core? a me chesta me pare na questione ‘e
purchiacca.)

<!– Il padre finanziere –>

Squilla il telefono. È Teresa. Sono sorpreso: riappare all’improvviso dopo
mesi che non ho notizie di lei.


Teresa: (voce strana, come se piangesse) Ciao Juan, come stai?


juanriccio: Io bene, grazie – ma tu cos’hai? La tua voce è strana.


Teresa: Sono in Sardegnaa, con i miei nuovi amicii… Ho avuto un
incidente terribilee… sono caduta a terraa ieri nottee… mi sono fatta
malee…


juanriccio: Che ti sei fatta? Eri ubriaca?


Teresa: No-ooo…! Forse ho mangiato troppooo… Sono svenutaa… mi
sono rotta tutta la facciaa… spezzata un dentee… sono piena di feritee…
bruttissimaa…


juanriccio: Oh mamma mia. E ora come stai?


Teresa: Ho il mento tutto intorzatoo
un sacco di mulignanee…
il labbro spaccatoo e strappatoo… pezzi di dente dentroo… Mi hanno messo i
puntii… mi volevano portaree… alla guardia medicaa… ma quella dormivaa!
Mentre stavo a terraa… è arrivato un tipoo… un chirurgo plasticoo…


juanriccio: Eh?


Teresa: Eehh… eehh… uno che lavora a Romaa… e anche in Sveziaa…
ha detto che all’ospedale sono scarparii… te
li metto io i puntii… senò resti con le cicatricii… però voleva quattrocento
euroo….


juanriccio: All’anima del benefattore…


Teresa: Mi ha ricucitoo… sette puntii… poi domani mi faccio
visitaree… lo devo pagaree…


juanriccio: Fatti fare la fattura.


Teresa: La fatturaa?


juanriccio: Sai, le tasse, quella roba lì. Lui ti dirà che non te la può
fare al momento. Tu digli che quello tuo padre è finanziere, è un po’ fissato:
se torni a casa senza fattura, a te ti leva la macchina per un mese e a lui gli
fa fare una verifica fiscale.


Teresa: Ma tu sei scemoo…?


juanriccio: No, tranquilla. Anzi, fa’ na cosa: se non ti fa la fattura
tu non cacciare una lira. Chiamami al telefono, fallo parlare con me. Però mi
raccomando: non ti distrarre e chiamami sempre papà!


(a questo punto inizio mentalmente a ripassare l’accento da maresciallo della
Finanza e organizzo un minimo di background per il personaggio)


Teresa: Ma che dicii…?


juanriccio: Li vuoi sparagnare sti quattrocento euri, o no?


Teresa: Eh, veramentee… quelli mo’ non li tengo mancoo…


juanriccio: Ecco, vedi? Fa’ come ti dico, da brava.

Spero solo che tutto ciò non si tramuti in un’altra donna da consolare
verbalmente. Non ce la faccio davvero più a consolare senza essere
consolato.

<!– Confessioni post concerto (1) –>

Un concerto di lusso. Di lusso nel senso che il posto è incantevole, immerso
nello splendore della natura fra la costa più bella del mondo e pini odorosi,
ortensie, oleandri, bouganville, fichi e platani dal sentore acidulo. Di lusso
nel senso che c’è un pianoforte vero (uno Yamaha C5 di 210 cm – non proprio un
esemplare eccezionale, ma quasi nuovissimo). Di lusso perché ci offrono fichi
bianchi DOP e un vino bianco che consola. Di lusso perché c’è un coro di cicale
a 30 dB, roba che se non pesti duro quasi ti coprono.

Di lusso anche nel senso che ci sono due cantanti insieme – evento non comume
che permette raffinati e inusuali duetti. Il bello dei duetti uomo/donna è che
quasi sempre impongono un cambio di tonalità fra le strofe di lui e quelle di
lei che non è né intuitivo né spontaneo. In pratica, il dettaglio rischia di
venir dimenticato dai musicisti, poco avvezzi ad accontentare due voci con
estensioni diverse nello stesso pezzo. Divertente! In più è opportuno
pianificare gli assoli in caso di solisti col prosciutto nelle orecchie: chi fa
l’assolo dopo l’uomo improvvisa in una tonalità, chi dopo la donna in un’altra –
salvo l’inserimento di ulteriori divertenti complicazioni tipo una modulazione
per “tornare a casa” in una tonalità “normale”.

Insomma c’è stato da provare, anche per chi come noi già conosce praticamente
tutto il repertorio della serata a memoria. E noi a memoria lo conosciamo:
avremo pure suonato la relativamente oscura I’m Old Fashioned (lui: Eb
magg; lei: Bb magg), ma si trattava di un caso isolato: il secondo pezzo più
“oscuro” è The Lady’s a Tramp (solo lui: Ab), seguito in classifica da
una pletora di ovvietà nauseabonde fra le quali Night & Day (lui: Eb;
lei: Ab; con la strofa iniziale “Like the ding-ding-ding…” (un duetto
in Eb)), Route 66 (G/C) e perfino l’insopportabile New York, New
York
(E/A) nonché la ferale, conclusiva My Way, che secondo uno
studio medico americano accorcerebbe la vita dei malati terminali.

Il pubblico è raffinato e “capisce la musica”, tant’è vero che vanno in
visibilio ogni volta che riconoscono la canzone (cioè quasi sempre – tranne che
per I’m Old Fashioned). Durante il concerto, il telefonino nella mia tasca
vibra. Riesco a rispondere e riattaccare dopo poco, senza parlare. Il tutto con
la sola sinistra, mentre la destra continua ad accompagnare. Sparo accordi a una
mano: bang, bang. Mi pare fosse Bye Bye Blackbird.

Dopo il concerto, la cantante Anna, mia vecchia compagna di battaglie, mi
chiede di accompagnarla in bagno. Io ho in corpo quasi due litri d’acqua e
400 cc di birra che gridano libertà, quindi mi avvio con lei in quel luogo
appartato (per la cronaca, immacolato e profumato come tutto il resto). Preciso
che Anna è un’amica e basta: si tratta comunque di una collega. Dicevo, andiamo alla
toilette. Termino l’operazione prima di lei, nonostante la quantità di materiale
in gioco nel mio caso sia considerevolmente maggiore, ed esco ad aspettarla
fuori. Lei mi richiama: “Juan, ho un compito delicato per te… vieni dentro,
per favore?”. Mi chiede di agganciarle il complicato fermaglio posteriore del
reggiseno che le è scappato. Le rispondo con aria vissuta che per quanto
riguarda questi dispositivi sottotette, sono specialista sì – ma di smontaggi,
non di montaggi. Comunque riesco a portare a termine l’opera senza troppe
difficoltà. Con due mani e da dietro son buoni tutti, pfui.

“Te lo chiedo tanto siamo come fratelli”, mi fa. “Aha”, rispondo. Juanito
tace. Il mio “aha” stura il vaso di Pandora – Anna si sente autorizzata a
sfogarsi e apre i rubinetti. Che bello! Un’altra donna che soffre da
consolare.

<!– Pietre salvavita –>

Chissà perché, le conversazioni fra Youko e me sono sempre divise in due giornate. Anche l’altra volta è stato
così. Grazie alle magiche pietre salvavita, per questa volta penso che ce la
farà. Che sollievo! Alle volte ho davvero paura per lei. I giapponesi il
suicidio ce l’hanno proprio per vizio.

youko: 0Emo*1 [pupazzo ridicolo e gigantesco]
nihon ha chotto samui… [è un po’ freddo in giappone]

juanriccio: a! youko-chan! 🙂 [oh, youko! :)]
chotto yokunaru darou? [stai un po’ meglio?]

youko: fisicamente un po’ meglio
mentalmente.non mi sento troppo male.
(anche se non tutte cose non andandono bene)
se sono depressa ‘perfettamente’ non avrei comprato su..yahoo auction
^^; [smiley giapponese]

juanriccio: aha!
shopping – antidepressivo 😉
cosa hai comprato di bello?

youko: Imperial topaz and Oregon Sunstone
[Incoming file transfer: topaz.jpg]
[Incoming file transfer: oregon.jpg]
Imperial Topaz Oregon Sunstone

juanriccio: oh 🙂
carini (Y) [pollice in su]

youko: oregon sunstone
the effects are said ‘make feeling happy and upper’ [dice che ti rendono felice e di buon umore]
like shining sun [come il sole che splende]

juanriccio: sounds nice 🙂 [sembra buono]

youko: I read the imperial topaz’s effect are said , [dice che il topazio imperiale]
it will make the person who has the stone, [a chi lo indossa]
the person will feel ‘life is beautiful,I am happy to be born’ [gli fa pensare che la vita è bella e che è contento di essere nato]
ahahaha
and he/she will be more rich [e diventerà più ricco/ricca]
ahahahaha
no problem.I only wanted to have it.(without the real effects) [nessun problema. volevo solo la pietra (senza gli effetti)]

juanriccio: hehe, wise point of view… [atteggiamento saggio…]

youko: yeah.it is enough to feel happy having them [mi sento già felice ad averli]

juanriccio: (Y)

youko: yesterday’s dress was blue color,mermaid style [ieri mi sono vestita in blu, stile sirenetta]
sou…mada oshare shitai toha omouno [vedi? a quanto pare, ho ancora voglia di vestirmi carina]
cosi negli ultimi tempi
website tukurinaoshiteru [sto rimettendo a posto il mio sito]
ci sono antipatichi,pero
ma non vado vicino loro piu’

juanriccio: tukurinaosu koto ha, yosasou da ne [direi che è una cosa buona aggiustare il sito]

youko: good if I would be able to the problems with the cattivi, [sarebbe bello (risolvere?) i problemi con i cattivi]
without the real troubles. [senza problemi seri]

juanriccio: aha

youko: dakara imaha ii tomodachi to dake hanashite.
website tukutteru [perciò sto facendo un sito in cui possono parlare solo i buoni amici]

[ha aggiunto la moderazione ai commenti sul blog, ndj]

juanriccio: ii yone! (Y) [ben fatto!]

youko: blog de chotto iyami na baka ga itakara [sul blog c’era uno scemo che faceva commenti sarcastici]
:-# [bocca cucita]
no reply to him.any more [non gli rispondo più]

juanriccio: hai! [bene!]
iya na hito ni ha shinjinai to, daijoubu. [non credere a quelli che a pelle non ti piacciono]
sinjinakute, henji sinakute. [non credere e non rispondere]

youko: un [aha]
http://XXXXX.blog.shinobi.jp/

juanriccio: kawaii tarot nandarouuuuu 😀 [che bei tarocchi!]

youko: chotto demo juankun comment kaite:P [lasciami un commentino, dai 😛 ]

juanriccio: eh… wakattara, kakimasu ne. [eh… appena ci capisco qualcosa, scrivo un commento, ok]
:-S 😀

youko: juan kun ga kaitekurettara chou yorokobukara [perché se me lo lasci, sarò supercontenta]
italiago de iiyo [va bene anche in italiano!]

juanriccio: oh 🙂

youko: i cattivi sono gelosi.cosi se un italiano mi dice qualcuno,sarebbero piu’ gelosi.
ma ora posso pensare che sono felice di essere amici con te
cosi se non buone persone pensano male di me,VA BENE cosi.
anzi sono contenta
I let me ignore them [(ho imparato a?) ignorarli]
chotto tuyoku natta~~~~~~~ [sono diventata più forte]
(R)0Emo*3 [pupazzotto immondo]

juanriccio: 🙂 🙂
BRAVA!
(Y)

youko: (L) [cuoricino]
nihongo no blog ni comment muzukasii? [è difficile commentare un blog giapponese?]

juanriccio: chotto dake [beh, pochino]
yoku dekiru to omou kedo, [ma penso di farcela,]
ima ha seito wo tetudatteru tokoro dakara [però ora sto dando una mano a un allievo]

youko: un^-^ [a-ha :)]

juanriccio: (MSN nimo, seito ga ippai 😐 ) [ne ho parecchi su MSN]

youko: souka… [ah sì?]

juanriccio: si si
TASUKETEEEE to zuuutto tanomareru… [e mi chiedono aiuto in continuazione…]
😐

youko: ecco perche’ sei gentile

juanriccio: beh faccio quel che posso 🙂

[un po’ di tempo più tardi]

juanriccio: Fatto 🙂
ho commentato 😉

youko: arigatou [grazie]

juanriccio: dou itasimasite [prego]

youko: beh,se incontraremoci,potrei essere quella come monaca o per cui essere molto contenta,
e magari ti innamorarei ahah

juanriccio: huhuhu 😀
😉
meglio NON monaca 😛

youko: monaca di crausula yori ii? [meglio non monaca di clausura?]

juanriccio: tottemo [molto meglio]
monaca ni natte ha ikenai [farsi monaca non esiste proprio]
😛

youko: ahaha.sono ancora donna normale

juanriccio: meno male 😉
 

<!– Amiche in crisi –>

Negli ultimi tempi sto soccorrendo un sacco di amiche in crisi. Soccorso solo
verbale, beninteso, altrimenti c’è il rischio che un po’ di consolazione la
riceva anche Juan – e questo non deve mai succedere! Juan, essere superficiale,
inaffidabile e sostanzialmente stronzo, deve risolvere i suoi problemi da
solo.

Oggi in particolare ci sono stati tre, dico tre, episodi. La prima mi ha
raccontato dei suoi equilibrismi fra tre uomini diversi ma simili, continuando a
ripetere che “non è il mio stile fare così”; si vede che sta cambiando stile. La
seconda ha voglia di tradire il ragazzo che non se la scopa più e quindi ha dei
comprensibili sensi di colpa; però alla fine secondo me vinceranno le ragioni
della giusta sete. Ma il caso più penoso è quello della terza, la più indifesa
delle mie amiche: Youko, l’adolescente giapponese che però all’anagrafe risulta
ultraquarantenne.

youko: ciao


juanriccio: youkoooo 🙂


youko: 0Emo*2 [orsacchiotto gigante che saluta (una roba inguardabile)]


juanriccio: scusa, sono al lavoro, non posso parlar molto…


youko: ah,si,ma non preoccuparti..solo per salutarti.

negli ultimi tempi,prendo le medicine.

un po’ male.ma posso ridere.comunque.

allora parliamo a dopo


juanriccio: mannaggia

non ti imbottire di farmaci…

attenta!!

({) (K) [abbraccio – bacio]


youko: posso sorridere a tutti,ma ….
ora non posso non prendere le medicine.(sono un po’ depressa)

posso lavorare .mangiare .ridere,ma prendendole..

vorrei smettere a prendere.ma mi fa soffire.non posso

ma quando parlo con qualcuno.

mi fa piacere.cosi non molto grave

magari


juanriccio: dolce youko…

ma perché… sempre in preda alla depressione…?


youko: secondo quasi tutti amici ‘troppo gentile,cosi’

ma comunque se posso smettere a prenderle.non soffirando,vorrei farlo al piu’ possibile

0Emo*1 [pupazzetto (ancora più adolescenziale e orripilante del primo)]


juanriccio: provaci..


youko: sinzou ga itai [fa male al cuore]

ho male di quole


juanriccio: “cuore” to iu yo


youko: ah.cosi.non posso.solo pian piano


juanriccio: oh no, così non va però.

devi reagire…


youko: ma solo un problema e’ a smettere le
medicine.e’ difficile.a tutti chi le prende.per il collaterale

ma per fortuna.posso mangiare pensando ‘che buono’,anche
sorridere.ma e’ difficile..

(R) [arcobaleno] vorrei incontrarti

🙂


juanriccio: anche a me piacerebbe


youko: :)….comunque,anche se mi fa soffire a prenderle,.non mi
viene voglia di parlare con qualcuno.anche,ho voglia di
tenere chi vuole rimanare mio amico/a

kusuri dakeha kurusii
kedo..
[Però è dura andare avanti a medicine..]

atoha..daijoubu.. [Dopo andrà meglio..]

sinpai shinakute mo..
[Non serve che ti preoccupi..]

ti voglio bene

matane [ciao]


juanriccio: oh cara youko

anch’io ti voglio bene

mata……………….. (K) [ciao]


youko: (}) [abbraccio]

grazie per la tua gentile

Ho solo paura che un giorno Youko faccia la stupidaggine finale.


A posteriori, i casi di oggi sono diventati quattro. Mentre scrivo questo
post, c’è un’altra amica – extracomunitaria, gran pezzo di gnocca con una faccia
da angelo porcello, sposata in Spagna con due figli – che mi chiede se deve
tradire il marito con un ragazzo italiano che le piace tanto.

“With my husband we make only in weekends”,
dice. “Normal days he wake up at 6 and come home from work
very tired.”

Mi chiede frasi italiane da ripetere al suo potenziale amante; frasi da
allumeuse consumata. Continua a raccontare dettagli semi-sordidi, i suoi sensi
di colpa, si sente una poco di buono, tutto come da copione. Io mi arrapo e le
dico che no, non è una mignotta (e secondo me, davvero non lo è. Non più,
almeno). Anche la conclusione è perfettamente conforme al copione.

“ok thank you my friend realy, you are spacial
:)”
.

Non ce la faccio più. Davvero.